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Aborto

S'intende l'interruzione della gravidanza entro il 180° giorni di gestazione, corrispondente a 25 settimane e 5 giorni.

Aborto precoce

Prima di 12 settimane.

Il maggiore rischio di aborto

Prime 8 settimane.



Il rischio di aborto aumenta in relazione al numero di gravidanze e all'età dei genitori.

Aborto: eziologia - fattori ovulari

La causa più comune è la presenza di anomalie ovulari (50-60% delle alterazioni cromosomiche):



- trisomia autosomica (16, 22, 21, 13, 18).


- monosomia X (45 X0 sindrome di Turner).


- triploidia, tetraploidia.


- anomalia trofoblastiche, mutazioni geniche isolate, fattori poligenici e l'invecchiamento dei gameti.

Aborto: eziologia - fattori materni

Infezioni: TORCH (toxoplasmosi, sfilide, rosolia, citomegalovirus, herpes simplex).


Gravi malattie croniche.


Endocrinopatie.


Malnutrizione grave (carenza di vitamina A o acido folico)


Endocrinopatie (diabete mellito non controllato, ipotiroidismo, deficit di progesterone).

Aborto: eziologia - fattori immunologiche

1. Anticorpi antifosfolipidici


2. Anticoagulante lupico e anticorpi cardiolipina



Trattare queste donne con eparina ed aspirina a basso dosaggio. L'eparina non passa la barriera placentare.

Aborto: eziologia - fattori uterini

Fibromi


Sindrome di Asherman


Malformazioni uterine

Aborto: eziologia - incompetenza cervicale

L'insufficienza cervicoistimica è la causa più comune di aborto tardivo.

La diagnosi di aborto

L'ecografia

Minaccia di aborto

1. Comparsa di sanguinamento durante la prima metà della gestazione.


2. Dolore lieve intermittente al basso ventre.


3. 25% evolve in aborto spontaneo e nei restanti casi non comporta danni fetali.


4. L'orifizio uterino interno (OUI) è chiuso e si conferma la vitalità embrionale o fetale all'ecografia.

Aborto inevitabile

Con sanguinamento vaginale e OUI aperto a seguito delle contrazini uterine.

Aborto completo

È già avvenuta l'espulsione completo del prodotto del concepimento.

Aborto incompleto

Le contrazioni uterine si sono arrestate prima dell'espulsione completa del prodotto del concepimento.

Aborto interno

Ritenzione di gravidanza non evolutiva all'interno dell'utero per diverse settimane.



1. Esiste il rischio di coagulopatie intravascolare disseminata per la liberazione di tromboplastine placentarie.


2. Si deve dosare i prodotti di degradazione del fribrinogeno (D-dime o PDF).


3. Clinicamente viene chiamato aborto interno quando viene rilevata la morte embrionale o l'assenza dell'embrione prima dell'inizio di un aborto in corso.

Aborto ricorrente

Almeno due aborti consecutivi o più di due alterni.


1. Si deve indagare eventuali lesioni del collo dell'utero (incompetenza cervicale), malattie metaboliche, il cariotipo dei genitori, malformazioni uterine come ad esempio i setti uterini.


2. Donne che hanno aumentato rischio di parto pretermine, placentar previa e malformazioni fetali nelle successive gravidanze.

Aborto: diagnosi

Test di gravidanza + ecografia



L'assenza d'attività cardiaca in un embrione con CRL >5mm o sacco gestazionale con diametro medio >25mm senza evidenza di sacco vitellino e polo embrionale all'interno.

Sono i metodi di scelta

Minaccia di aborto: trattamento

Riposo relativo e astinenza sessuale.

Aborto: trattamento chirurgico

Raschiamento per isterosuzione in sedazione profonda.


Metodo di scelta nel caso di collo uterino chiuso; viene dilatato con i dilatatori di Hegar e se è dilatato può evacuare direttamente il contenuto con cannula di Karmann e definire con una courette.

Aborto: trattamento farmacologico

1. Misoprostolo per via vaginale.


2. Controindicato nei pazienti con glaucoma o asma.


3. Un'altra alternativa è l'uso di ossitocina da sola o associata a prostaglandine.



Indicato negli aborti dopo la 12esima settimana, può essere utilizzato anche in epoche gestazionali più precoci.

Non bisogna dimenticare la somministrazione di immunoglobulina anti-D se la donna è Rh negativa.

Aborto: complicanze

1. Coagulazione intravascolare disseminata con insufficienza renale.


2. Aborto settico (effettuare un raschiamento e trattamento antibiotico ad ampio spettro).


3. Sindrome di Asherman (sinechie uterine post-raschiamento).


4. Perforazione uterina durante il riaschiamento: se la paziente è dinamicamente stabile si può provare trattamento conservativo, ma se ci sonos egni di gravità o instabilità emodinamica si ritiene necessario intervenire chirurgicamente.

Aborto: sindrome antifosfolipidici

1. Presenza di anticorpi antifosfolipidici senza storia di trombosi o aborto. No richiede trattamento, anche se alcuni raccomandano la somministrazione di aspirina a base dosi.


2. Presenza di anticorpi antifosfolipidici e aborti precoci. Aspirina (basse dosi) ed eparina.


3. Presenza di anticorpi antifosfolipidici e trombosi o morte fetale. Aspirina ed eparina (in trattamenti prolungati si consiglia di integrare con calcio e vitamina D).

Aborto: incontinenza cervico-istmica

Si verifica dilatazione cervicale indolore durante il secondo trimestre di gravidanza con prolasso di membrane, amnioressi e l'espulsione di feto immaturo.

Aborto: eziologia incontinenza cervico-istmica

Associata a traumatismi cervicali come la conizzazione cervicale o anomalie dello sviluppo (esposizione in utero a stilbestrolo)

Aborto: incontinenza cervico-istmica, diagnosi

Storia di due i più aborti tardivi (22-25 settimane di gestazione) e dilatazione dell'OUI di 2-3 cm all'esplorazione vaginale, o con ecografia transvaginale per valutare la lunghezza cervicale e la sua dilatazione.

Aborto: incontinenza cervico-istmica, trattamento

1. Il cerchiaggio cervicale tra le 14-16 settimane ("chiudere" il cervice).


2. Si realizza previa ecografia per confermare che il feto sia vivo ed escludere malformazioni.


3. Il cerchiaggio viene rimosso alle 38 settimane o prima se comincia il travaglio o ci sono segni di infezione intrauterina.

Gravidanza ectopica

È l'impianto al di fuori della cavità endometriale.

Gravidanza ectopica: eziologia

1. Storia di gravidanza ectopica.


2. Interventi chirurgici alle tube.


3. Malattia infiammatoria pelvica.


4. IUD (controverso)


5. Endometriosi


6. Legatura delle tube


7. Infertilità


8. Tecniche di riproduzione assistita

Gravidanza ectopica: frequenza

1. 1-2%


2. 1/30.000 coesistenza di gravidanza ectopica ed in utero è eccezionale (gravidanza eterotopica).

Gravidanza ectopica: localizzazione

1. Tuba di Falloppio (97%)


2. Ampollare (78%)


3. Istmo, fimbrie, ovaio, cavità addominale.



L'impianto sull'isterotomia pregressa (Scar pregnancy)

Gravidanza ectopica: clinica

1. Dolore pelvico e con segni incipienti di gravidanza come amenorrea di 6-8 settimane, utero di dimensioni aumentate.


2. Mobilizzazione uterina dolorosa e massa annessiale discretamente dolorosa.


3. Forte dolore in fosa iliaca, con Douglas doloroso e segni di peritonite.

Gravidanza ectopica: diagnosi

1. L'esame di primo livello è l'ecografia transvaginale.


2. La beta-HCG raddoppia a giorni alterni per le prime settimane di una gravidanza normale (picco settimana 10)


3. In una gravidanza extrauterina, la beta HCH crescerà più lentamente del solito (plateau).


4. La beta-HCG aiuta nella diagnosi differenziale tra addome acuto e aborto completo.


5. Beta HCG >1000 - 1500 iU/L.

Gravidanza ectopica: trattamento

Tre possibilità: l'attesa, il trattamento medico o quello chirurgico.


Vigile attesa. I criteri per realizzarla sono:


- Beta-HCG <1500 mUI/mL e in diminuzione.


- Localizzazione ectopica tubarica.


- Nessuna evidenza di emorragia intra-addominale o rottura tubarica.


- Gravidanza con diametro di piccole dimensioni (<4cm).



Il monitoraggio è svolto con misurazioni seriali di betaHCG ed ecografie.

Gravidanza ectopica: trattamento medico

Il methotrexate è il farmaco più utilizzato.


I criteri di inclusione per la somministrazione sono:


1. Paziente emodinamicamente stabile.


2. Nessuna evidenza di rottura della gravidanza ectopica.


3. Diametro massimo non superiore a 3,5 cm in assenza di gravidanza endouterina confermata acograficamente.

L'acido folico viene aggiunto per prevenire la tossicità e si dovrebbe evitare una gravidanza nei tre mesi successivi

Gravidanza ectopica: trattamento chirurgico

In casi di pazienti emodinamicamente instabile.


È preferibile l'approccio laparoscopico.


Nei pazienti emodinamicamente instabili è preferibile la laparotomia.


La tecnica di scelta è la salpingectomia.

Malattia trofoblastica

1. Proliferazione anomala associata alla gravidanza.


2. Se un'area del trofoblasto non ha mesotelio fetale, rimane la tendenza alla proliferazione.


3. L'assenza di vasi linfatici comporta l'accumularsi di liquido extracellulare, adotta una disposizione cistica.


4. Pertanto la malattia trofoblastica è cistica ed avascolare.

Malattia trofoblastica: epidemiologia

1. 80% regredisce spontaneamente.


2. Proviene da una mola, il 25%da un aborto e il 20% da una gravidanza normale.


3. Metastatizza attraverso il sangue.

Malattia trofoblastica: classificazione

1. Mola completa


2. Mola parziale

Mola completa

1. Presentazione più comune.


2. Caratterizzata dall'assenza di tessuto embrionale e amnios e degenerazione del tessuto con materiale genetico assente o inattivo.


3. Il carico genetico è esclusivamente di origine paterna.

Mola parziale

1. esiste tessuto embrionale e/o amnios a parte del tessuto trofoblastico con degenerazione idropica.


2. Esiste materiale genetico materno.


3. Il cariotipo è triploide.


4. Rischio di metastasi è più basso.

Malattia trofoblastica: diagnosi

Clinica, l'esame fisico e ginecologico, l'ecografia e la determinazione di HCG. Quest'ultima è molto più alta che in una gravidanza normale, raggiungendo anche il milione di unità.

Malattia trofoblastica: clinica

1. Sanguinamento uterino (segno più comune), dolore al basso ventre.


L'espulsione di vescicole è un segno raro, ma se appare, è patognomonico.


2. Nausea, vomito, iperemesi gravidica.


3. Preeclampsia.


4. Ipertiroidismo.

Malattia trofoblastica: esame fisico

1. Dimensioni uterine maggiori di quelle attese per amenorrea. È regolare, simmetrico e di consistenza morbida.



2. Masse ovariche, sono cisti tecoluteiniche. No richiedono un trattamento dato che regrediscono spontaneamente dopo aver evacuato l'utero. Sono produttori di progesterone e usualmente bilaterali.

Malattia trofoblastica: ecografia

È la procedura diagnostica di prima scelta.


Immagine tipica a fiocchi di neve.

Malattia trofoblastica: diagnosi definitiva

Anatomia patologica dopo il raschiamento per isterosuzione.

Malattia trofoblastica: trattamento di scelta

L'evacuazione per aspirazione.

Nelle donne con rischio aumentato di degenerazione maligna (malattia trofoblastica), pluriparità con desiderio riproduttivo soddisfatto e con più di 40 anni, dev'essere presa in considerazione

L'isterectomia totale con mola in situ.

La chemioterapia non è indicata in questa fase.

Dopo l'isterectomia totale con mola in situ, e quando questi livelli di beta HCG non rientrani o rimangono elevati dopo 8 settimane, si parla di...

Malattia persistente

La paziente (malattie trofoblastica trattata) si considera guarita quando vi è evidenza di malattia per al meno...

5 anni.

Malattia trofoblastica persistente: trattamento

1. Methotrexate è la chemioterapia di scelta. Viene usato da solo. Si associa con acido folico per ridurre gli effetti collaterali.


2. Raschiamento: si effettua il terzo giorno di chemioterapia.


3. Isterectomia nelle donne pluripare o con partirà soddisfatta.

Malattia trofoblastica metastatica

Luoghi più frequenti: polmoni, vaginali, cerebrali ed epatiche.

Malattia trofoblastica metastatica: prognosi

Cattiva prognosi:


1. HCG >100000mU/mL


2. Maggiore di 4 mesi di durata


3. Metastasi cerebrali o epatiche


4. Il fallimento di un precedente trattamento chemioterapico


5. L'età materna superiore a 40 anni



Buona prognosi: non presenta alcun fattore di rischio

Malattia trofoblastica metastatica: trattamento

Se cattiva prognosi: il più efficace è la chemioterapia di combinazione. Il regime EMA-CO (etoposide, methotrexate, actinomicina, ciclofosfamide e vincristina) ha raggiunto tassi di sopravvivenza dell'80%-100%



Se buona prognosi: la terapia con methotrexate guarisce il 100% dei casi.

Placenta previa

È l'inserzione della placenta nel segmento uterino inferiore, tanto da poter occludere l'orifizio uterino interno.

Principale causa di sanguinamento del terzo trimestre

Placenta previa

Seconda causa di sanguinamento del terzo trimestre

Abruprio placentae o distacco intempestivo di placenta

Classificazione dei tipi di placenta previa

1. Centrale: l'OUI è completamente coperto da placenta.


2. Centrale parziale: copre parzialmente l'OUI.


3. Marginale: lambisce il bordo dell'OUI, dista meno di 2 cm ma non lo supera.


4. Laterale: raggiunge la prossimità dell'OUI ma dista 2 o più cm da esso.

Placenta previa: eziologia

Sconosciuta



Fattori predisponenti:


1. Gravidanza multipla: la placenta è più grande.


2. Precedente cicatrice uterina: aumenta con il numero di tagli cesarei precedenti.


3. Multiparità: la parità e l'età avanzata aumentano il rischio.


4. Le fumatrici: si raddoppia il rischio (ipossiemia).

Placenta previa: clinica

1. Sanguinamento rosso, abbondante, discontinuo, ricorrente e indolore. Di solito cessa spontaneamente, ma normalmente si ripete e con maggiore intensità.


2. Il sangue è rosso brillante, con tendenza a formare coaguli.

La più grande minaccia del feto è

La prematurità

Placenta previa: diagnosi

L'ecografia transaddominale o meglio transveginale è il metodo diagnostico di scelta.

Tipo di esplorazione più raccomandata nea placenta previa

L'ecografia transvaginale.



Non bisogna eseguire l'esplorazione vaginale.

Placenta previa: trattamento

1. La placenta centrale è un'indicazione di taglio cesareo in caso di maturità fetale.


2. Quando è previa e marginale, e non sanguina, è lasciare evolvere spontaneamente il travaglio.


3. In caso di feto prematuro, l'atteggiamento sarà di attesa. Si ricovera la paziente si somministrano corticosteroidi per la maturità polmonare fetale e, se ha le contrazioni e l'emorragia non è importante, possono essere somministrati tocolitici.


4. Se tuttavia il sanguinamento è molto intenso o ci sono segni di sofferenza fetale, è indicato taglio cesareo in urgenza.

Placenta previa: complicanze

È comune l'emorragia postpartum.


Essere presa in considerazione l'embolizzazione delle arterie uterine prima del parto.


Quando la placenta invade la vescica è necessaria l'isterectomia urgente post-partum.

Placenta previa: comportamento durante la gravidanza

Con l'ecografia del secondo trimestre dev'essere confermate nel corso del terzo trimestre.



Se l'emorragia è molto importante sarà necessario valutare la necessità di una trasfusione e di un taglio cesareo. Si devono indirizzare le gestanti in centri di III livello.

Distacco intempestivo di placenta o Abruptio placenta

Si verifica nel terzo trimestre, ma si può riscontrare a partire dalla settimana 20.

Il distacco di placenta può essere....

Totale


Parziale


Bordo placentare (rottura o emorragia del seno marginale)

Distacco intempestivo di placenta

1. Multiparità: più spesso nelle miltioare che nelle nullipare.


2. Età: più comune nelle donne oltre i 35 anni.


3. Malattia vascolare: specialmente con malattie vascolare renale concomitante: diabete, nefropatia, ipertensione.


4. Trauma. Associata a traumi o l'amniocentesi.


5. Nutrizione. Carenza di Ac. Folico


6 il consumo di tabacco, alcol e cocaina.


7. Ipofibrinigenemia congenita.

Abruptio incipiente

1. La zona di distacco è inferiore al 25% della superficie di inserzione della placenta.


2. Non c'è nessun coinvolgimento fetale o materno.


3. Sanguinamento vaginale scarso o può rimanere come ematoma retroplacentare.


4. Dolore vago nel basso addome com dolorabilità alla palpazione, ma non sempre.

Abruptio avanzato

1. Il distacco va da 1/4 a 2/3.


2. Dolore uterino continuo, improvviso o d'insorgenza graduale, seguito da emorragia con sangue rosso scuro.


3. L'utero è ipertonico e doloroso alla palpazione.


4. È possibile che si presenti coagulopatia e danno renale, anche se raramente.

Abruptio massivo

1. Separazione è maggiore di 2/3.


2. Associata a utero di Couvelaire (infiltrazione emorragica nel miometrio).


3. Causa frequente di morte fetale.


4. Lo shock si instaura rapidamente.


5. Complicazioni come oliguria e coagulopatia.

Abruptio intempestivo di placenta: diagnosi

L'ecografia

Si visualizza l'ematoma retroplacentare

Abruptio intempestivo di placenta trattamento

Rimuovere la gravidanza, considerando di:


- mantenere i segni vitali materni


- riservare sangue per eventuali trasfusioni


- fare uno studio della coagulazione



Si esegue taglio cesareo di emergenza, se il feto è morto, è preferita la via vaginale.

Abruptio intempestivo di placenta: complicanze

1. La coagulazione intravascolare disseminata.


2. Insufficienza renale acuta (1-3%).


3. Utero di Couvelaire.


4. Embolia di liquido amniotico: rara.

Couvelaire

Rottura dei vasa previa

1. Causa meno comune di sanguinamento del terzo trimestre.


2. Fenomeno di inserzione velamentosa del cordone.


3. Nel momento dell'amnioressi si può produrre la rottura de vasi ombelicali previ con emorragia e sofferenza fetale è molto alta(75%).


4. Visualizzazione di vasi che pulsano nel sacco amniotico.



Trattamento: taglio cesareo di urgenza.

Rottura uterina

La causa più comune è la deiscenza della cicatrice di un taglio cesareo precedente, anche se è possibile con qualsiasi altra cicatrice chirurgica uterina (miomectomia, metroplastica).



Si verifica bruscamente durante la gravidanza e/o parto con la comparsa di sanguinamento vaginale scarso, grave malessere associato a forti dolori, cessazione della dinamica uterina e la tendenza all'atonia uterina.

Parto pretermine: promuovono il parto

L'ossitocina


Gli ormoni surrenali materni e fetali


Tono simpatico

Parto pretermine: utero-inibitori

Riposo


Idratazione


Progesterone

Riflesso di Ferguson

Aumento della contrattilità dopo stimolazione cervicale.

Parto prematuro

Quello che si verifica prima delle 37 settimane di gestazione compiute e per minaccia di parto prematuro (MPP) la comparsa di contrazioni uterine regolari prima delle 37 settimane di gestazione, accompagnate da accorciamento cervicale.

Parto pretermine lieve

Tra 32-36 settimane

Eziologia parto pretermine

1. Pretermine spontaneo o idiopatico (50%). Fattori di rischio: età stremez basso status socio-economico, consumo di tabacco, alcol o cocaina, deficit nutrizionali, infezioni delle vie urinarie, del fluido cervicale o amniotico, gravidanza multipla, polidramnios, fibromi, ecc.


2. Pretermine associato a rottura prematura delle membrane (p-PROM) (25%).


3. Pretermine per intervento medico o iatrogeno (25%). Dovuto a patologia materna o fetale (preeclampsia, ritardo di crescita intrauterina, sofferenza fetale, malattie materne).

Parto pretermine: diagnosi

1. Storia personale di parto pretermine.


2. Perdita prematura del tappo mucoso.


3. Contrazioni uterine.


4. Cambiamenti cervicali: raccorciamento della cervice dell'80% (≤1cm) o dilatazione cervicale ≥2 cm e/o pPROM. (score di Bishop). Oltre alla valutazione clinica, sarà opportuno effettuare un'ecografia transvaginale ed il dosaggio della fibronectina fetale.

Valutazione ecografica della cervice: parto pretermine

1. La misurazione della lunghezza della cervice uterina con l'ecografia transvaginale è un metodo facile, non invasivo, riproducibile ed economico.


2. Un collo dell'utero lungo più di 30mm ha un alto valore predittivo negativo e quindi è associato ad un basso rischio di parto pretermine.


3. La presenza del fenomeno dell'imbuto o la protusione delle membrane nel canale cervicale (funneling), invece, è associata ad alto rischio di travaglio prematuro.

Marcatori biochimici - parto pretermine

1. Fibronectina.


2. L'interleuchina 6


3. La IGFBP

Condotta ostetrica

La terapia tocolitica è indicata nelle pazienti con MPP a partire dalla 24 settimana fino al completamento della 34 settimana.



Se si verifica una PROM, si associa una profilassi antibiotica con Ampicillina o eritromicina.

Condotta ostetrica: la decisione ad iniziare o meno il trattamento tocolitico sarà su seguenti parametri:

1. La valutazione dei cambiamenti del collo dell'utero attraverso la misurazione.


2. Età gestionale: i tocolitico devono essere utilizzati dalla settimana 24 fino alla 34+6 di gestazione.


3. Assenza di complicanze materne e/o fetali che ne sconsigliano la prosecuzione della gravidanza.


4. Assenza di controindicazioni all'uso di farmaci tocolitici.

Tocolisi

1. Idratazione, sedazione, ricovero e riposo a letto.


2. Antagonisti dell'ossitocina: atosiban.


3. B-agonisti


4. Calcio- antagonisti (nifedipina)


5. Antiprostaglandiniche (indometacina)

Effetti collaterali del atosiban

Nausea e mal di testa

Tocolisi: B-agonisti - Nifedipina - indometacina

1. Effetti collaterali: tachicardia, tremore, scompenso glicemico.


2. Seconda linea di trattamento dopo l'atosiban.


3. Ritodrina (B2-agonisti) è controindicato nei casi di grave sanguinamento con placenta previa e nel distacco di placenta.


4. Calcio-antagonisti (nifedipida) inibiscono il flusso di calcio extracellulare. È controindicato nelle pazienti con insufficienza renale e cardiaca e non è raccomandato in pazienti in terapia con digitalici.


5. Indometacina: effetti collaterali includono, vomito, sanguinamento gastrointestinale ed emorragia post-partum. Può causare una chiusura prematura del dotto arterioso. Controindicazioni: pazienti con rottura prematura di membrane

Sindrome del ovaio policistico (PCOS)

Eziologia: sconosciuta.



Clinica: anovulazione/infertilità, oligomenorrea o amenorrea secondaria, obesità, irsutismo/androgenizzazione, resistenza insulinica, acantosi nigricans.

Sindrome del ovaio policistico: cambiamenti ormonali

L'LH è aumentato con livelli di FSH normali o ridotti, pertanto il rapporto LH/FSH aumenta (>2,5).


Lieve aumento degli androgeni, aumento dell'estro e e diminuzione dell'estradiolo.

Sindrome del ovaio policistico: anatomia

Ovaie aumentate di dimensioni


Perlate


Micripolicistiche


Iperplasia della teca interna

Sindrome del ovaio policistico: anatomia patologica

Ovaie di volume aumentato, lisce e grigiastre.


Ispessimento e fibrosi dell'albuginea.


La granulosa è ipoplasica, l'Iperplasia della teca interna.

Sindrome del ovaio policistico: clinica

Sterilità: dovuta all'anovulazione.


Disturbo mestruali: oligomenorrea o periodi di amenorrea.


Irsutismo: acantosi, nigricans, obesità e acne. A volte alopecia. (Scala di Ferriman e Gallwey).


Insulino-resistenza.

Nella PCOS si verifica anovulazione per cui c'è un aumentato rischio di.....

Cancro ovarico

Per la formazione continua di cisti.

Sindrome del ovaio policistico: diagnosi

Almeno due dei seguenti criteri:


- Oligovulazione e/o anovulazione.


- Iperandrogenismo (clinico e/o biochimico).


- Riscontro ecografico di ovaio policistico tramite ecografia transvaginale.

Sindrome del ovaio policistico: Ecografia

L'ecografia transvaginale deve soddisfare i seguenti criteri:


Presenza di 12 o più follicoli di 2-9 mm di diametro e/o aumento del volume ovarico di 10 cm³.


+


Ormone (LH elevato e FSH basso)

Non è considerata come criterio diagnostico della Sindrome del ovaio policistico

Insulino-resistenza

Sindrome metabolica

1. Pressione arteriosa ≥135/≥85 mmHg o paziente interaoia antipertensiva.


2. Obesità androide con circonferenza vita >88 centimetri.


3. Glucosio basale ≥110 mg/dal o paziente in terapia antidiabetica.


4. Trigliceridi >150 mg/dL o lipoproteine HDL <50mg/dL.

È necessario tre dei seguenti criteri.

Sindrome del ovaio policistico: laparoscopia?

Effettuare biopsie o procedere al drilling ovarico.

Sindrome del ovaio policistico: trattamento/obesità

1. Perdita di peso è la prima opzione terapeutica.


2. Solo una perdita del 5-7% può essere sufficiente.

Sindrome del ovaio policistico: trattamento/ irsutismo

Contraccettivi orali

Si possono associare antiandrogeni (spirinolattone, ciproterone, acetato, flutamide, cimetidima, finasteride, desametasone, prednisone ecc)

Sindrome del ovaio policistico: trattamento/oligoamenorrea

Contraccettivi orali.



Nelle pazienti che non desiderino assumere contraccettivi, si dovrebbe somministrare regolarmente un progestinico per permettere lo sfaldamento endometriale.

Questi farmaci riducono il rischio di Carcinoma endometriale

Contraccettivi orali

Sindrome del ovaio policistico: trattamento/insulino-resistenza

Antidiabetici orali come la Metformina.

Sindrome del ovaio policistico: trattamento/ sterilità

1. Clomifene citrato. È il trattamento più usato (si usa per 6 mesi).


2. Gonadotropine. Somministrazione esogena di FSH. Comporta il rischio di sindrome da iperstimolazione ovarico e di gravidanze multiple.


3. Cabergolina. Se la PRL è alta.


4. Distruzione ovarica parziale con elettrobisturi o laser per via laparoscopica (drilling).

Sindrome del ovaio policistico, i farmaci di prima opzione

Il clomifene e la metformina. Se fallisce, vengono utilizzati le gonadotropine come seconda opzione.

Endometriosi: fattori di rischio

1. Età fertile


2. Cicli brevi (inferiori a 27giorni) con mestruazioni abbondanti (>7giorni).


3. Favorirebbero il reflusso di sangue nella cavità peritoneale.


4. Non c'è una relazione chiara con la razza.

Endometriosi: localizzazione

1. Ovaio (più comune)


2. Contenuto marrone scuro, simile al cioccolato (fibrina).


3. Altre: i legamenti uterosacrali, la fossetta ovarica peritoneale, lo scavo del Douglas, il setto retto-vaginale.

Endometriosi: segno ecografico

Vetro smerigliato (ground glass)

Quello della cisti

Endometriosi: clinica

1. Dismenorrea (95%). Con scarsa risposta ai contraccettivi orali, può essere associato a dispareunia.


2. Disturbi mestruali. (Menarca precoce, cicli brevi e abbondanti).


3. Sterilità. Cicli anovulatori, elevazione eccessiva dell'LH con rallentamento del picco del progesterone, disturbi del sistema immunitario, ostruzione delle tube dovuta ad aderenze.


4. Altri. Disuria, dischezia a causa delle localizzazione peritoneali.


Elevazione di Ca-125 sierico.

Endometriosi: diagnosi

La diagnosi definitiva di endometriosi si realizza con la laparoscopia, che hanno l'aspetto di polvere bruciata.

Endometriosi: classificazione

Stadio I. Minima


Stadio II. Lieve


Stadio III. Moderata


Stadio IV: grave

Endometriosi: trattamento

Chirurgia. Il trattamento d'elezione e l'approccio di scelta è laparoscopico. L'intervento chirurgico trova indicazione nelle cisti ovariche di dimensioni ≥5cm, in caso di sterilità o in casi di mancata risposta alla terapia medica.

Endometriosi: trattamento

Trattamento medico.


L'endometriosi richiede un ambiente ormonale estro-progestinico, scompare dopo la menopausa e diminuisce all'inizio della gravidanza. Farmaci più usati:


1. Progestinici. Prima scelta.


2. Estro-progestinici. Alternativa terapeutica.


3. IUD levonogestrel. Riduce ricorrenza di periodi dolorosi.


4. Analoghi del GnRH. L'uso prolungato favorisce l'atrofia genitourinaria e la diminuzione della densità minerale ossea.


5. Danazolo. Limitato su utilità clinica.

I tipi istologici dell'endometriosi associati a cancro

Carcinoma ovarico di tipo endometriale.



Carcinoma a cellule chiare.

Gravidanza

Si considera come primo giorno di amenorrea il primo giorno di perdite ematiche dell'ultima mestruazione.

Durata della gravidanza

280 giorni (40 settimane)

Una gravidanza è considerata a termine dopo....

37 settimane

Rilevamento di HCG per la gravidanza

1. Metodo d'elezione.


2. Permette la diagnosi di gravidanza con 4-5 settimane di amenorrea.


3. Anche è possibile determinare l'HCG nel sangue materno a partire dall'impianto (3 settimane d'amenorrea).

L'ecografia per la gravidanza

Consente di fare una diagnosi di certezza.

Nella gravidanza normale si consiglia tre ecografie:

1. Tra 8-12 settimane


2. Tra 19-22 settimane


3. Tra 29-34 settimane

Lo scopo dell'ecografia del primo trimestre (8-12 settimana)

1. Verificare che sia una gravidanza intrauterina.


2. Determinare l'età gestazionale: misurazione del CRL (lunghezza vertice-sacro) è il più affidabile.


3. Valuta morfologia uterina.


4. Valuta gravidanza multipla o molare.


5. Valuta il flusso del dotto.


6. Traslucenza nucale.

Individuazione di marcatori di alterazioni cromosomiche (1° trimestre):

1. Traslucenza nucale superiore a 2.5mm.


2. Igroma cistico (Turner).


3. Cambiamenti del flusso sanguigno nel dotto venoso di Aranzio.


4. Valutazione della presenza di osso nasale.


5. Valutazione della presenza di insufficienza tricuspidale.


6. Morfologia alterata del sacco vitellino.

Lo scopo dell'ecografia del secondo trimestre (19-22ª settimana)

Dimensioni del feto e la quantità di liquido amniotico.


1. Confermare vitalità del feto.


2. Biometria fetale: diametro parietale, circonferenza cranica, lunghezza del femore e circonferenza addominale.


3. Anatomia fetale e diagnosi di malformazioni.


4. Annessi embrionali: patologia del cordone, della placenta e volume del liquido amniotico.

Il parametro che valuta meglio l'età gestazionale è il diametro cerebellare trasverso.

Lo scopo dell'ecografia del terzo trimestre (29-34ª settimana)

Valuta principalmente le alterazioni della crescita fetale.


1. SGA (età gestazionale) costituzionale: feto sano.


2. SGA anomalo: associato a cromosomopatie, malformazioni o infezioni congenite.


3. IUGR (ritardo di crescita intrauterino): anomalie della funzione placentare.

Fattori di rischio per il IUGR:

1. Fumo e droghe.


2. L'anamnesi di feti IUGR.


3. BMI inferiore a 19.


4. Anomalie uterine.


5. Fibromi.


6. L'età materna avanzata (oltre a 40 anni).


7. Malattie ed i disturbi ipertensivi materni.

Controlli ecografici speciali

1. Flussimetria Doppler.


2. Ecografia in tre dimensioni 3D o in 4D.

Flussimetria Doppler

Indicato in caso di sospetta compromissione vascolare fetale (IUGR, ipertensione, gravidanze multiple, gravidanza prolungata, ecc).


1. Indice sistole/diastole. Dividere il valore sistolico per il diastolico.


2. Indice di resistenza o Pourcelot. Rapporto tra sistole meno diastole diviso per la sistole. Normali tra 0 a 1. Più alto il valore, maggiore è la resistenza al flusso.


3. Indice di pulsatilità. I siti di misura più comuni: arterie uterine, arteria ombelicale e arteria cerebrale media. L'indice cerebroplacentario mette in relazione la resistenza cerebrale con quella ombelicale e deve essere maggiore di 1.

Marcatori biochimici per la diagnosi prenatale di cromosomopatie: primo trimestre.

BITEST. Screening di scelta.



1. B-HCG o libera. È elevata nelle cromosomopatie (Sx di Down).


2. PAPP-A (proteina A associata con la placenta). Nella Sx di Down è diminuita.

Marcatori biochimici per la diagnosi prenatale di cromosomopatie: secondo trimestre.

TRITEST. Metodo di scelta per le donne in gravidanza che iniziano i controlli a partire dalla settimana 14 (Attualmente in disuso).


1. Alfa-fetoproteina (AFP). Misurata nel siero materno, la produce il feto.


2. La diminuzione dei livelli di AFP. Associata ad aumentato rischio di sindrome di Down. Livelli elevati nel siero materno o nel liquido amniotico implicano che i tessuti fetali sono leisonati, e si relazionano con difetti del tubo neurale o altre anomalie fetali (atresia duodenale, onfalocele Z malattia del rene policistico, sindrome di Turner con igroma cistico).


3. Glicoproteina b-1 specificai della gravidanza (SP1). Più elevata nel sangue materno in caso di Sx di Down.


4. Estriolo non coniugato (uE3). È ridotto nella sindrome di Down.

Marcatori ecografici di cromosomopatie: primo trimestre

1. Traslucenza nucale. Accumulo di fluido linfatico nel collo. Si misura più di 2,5mm (sx Down). Deve essere misurata tra le settimane 10 e 14. Nella Sx di Turner può essere visualizzata edema dovuta ad igroma cistico.


2. Flussimetria del dotto venoso o di Aranzio. Morfologia del flusso dell'onda in questo vaso (inversione) è indicativa di anomalie cromosomiche.


3. Assenza dell'osso nasale. L'ossificazione delle ossa nasali sia ritardata (sx di Down).


4. Presenza d'insufficienza tricuspidale. C'è alta associazione con difetti cromosomici.

Marcatori biochimici per la diagnosi prenatale di cromosomopatie: secondo trimestre.

1. Biometria fetale. Femore corto con aumento del rapporto DBP/LF, lunghezza LF/piedi, brachicefalia, diminuzione della lunghezza dell'Omero.


2. Malformazioni. SNC, facciali, toraciche, nefro-urologiche.


3. Alterazioni degli annessi embrionali. A livello della placenta, cordone ombelicale e il volume del liquido amniotico anormali.

Test combinato per la diagnosi di cromosomopatie

B-HCG + PAPP-A + traslucenza nucale

È attualmente il metodo di scelta

Metodi diagnostici di cromosomopatie invasivi

1. Amniocentesi.


2. Funicolocentesi/ cordocentesi (>18 settimane).


3. Villocentesi (settimane 10-14).

Metodo diagnostico di cromosomopatie più utilizzato

Amniocentesi

Amniocentesi

1. Si realizza a partire dalla quindicesima settimana.


2. I fribroblasti che si ottengono vengono coltivati per gli studi cellulari (cariotipo fetale) e biochimici (enzimipatie, AFP ecc).


3. Indicazione principale è uno screening del primo trimestre alterato.


4. Meno % di aborti.


5. È necessaria la profilassi anti-D se la madre è Rh negativa.


6. L'amniocentesi tardiva è eseguita dopo le 32 settimana, per misurare la maturità polmonare, presenza di fosfatiglicerolo o quoziente di lecitina/sfingomielina maggiore di 2, anche si usa per la misurazione della bilirubina in caso di isoimmunizzazione Rh, evacuatrice (polidramnios e amnioinfusione in oligodramnios).

Funicolocentesi/cordocentesi (>18 settimane)

1. Per via transaddominale e l'ago viene introdotta all'interno della vena ombelicale.


2. Il prelievo di sangue fetale può essere effettuato si a scopo diagnostico: ricerca di un mosaicismo sospettato in seguito all'amniocentesi, valutazione dello stato fetale (anemia fetale). Si scopo terapeutico (trasfusione, infusione di farmaci).



Metodo di scelta in gravidanze avanzate. Rischio intermedio di aborto.

Villocentesi (10-14)

1. Si esegue a partire dalla 10 settimana.


2. Maggior % di aborti.


3. Metodo di scelta prima delle 12 settimana.


4. Tecnica rapida.


5. Si ottengono villi coriali dal trofoblasto.



Metodo d'elezione per la diagnosi precoce di anomalie cromosomiche come la trisomia 21 prima della 12 settimane di gestazione.

Valutazione del benessere fetale nel Terzo trimestre

1. Monitoraggio cardiotopografico (CTG) o RTCG, è usata a partire dalla settimana 38.


2. Profilo biofisico. Si effettua un CTG ed ecografia e si valuta movimenti fetali, respiratori, tono muscolare e il volume di liquido amniotico (AFI) dividendo l'utero in quattro quadranti immaginari (AFI normale è tra 8-24 cm).


3. Prelievo di sangue dallo scalo fetale. Metodo indicato para sofferenza fetale intrapartum, valutando equilibrio acido-base. È necessaria la dilatazione cervicale. Controindicata nei casi di sospetta coagulopatia fetale o nelle donne sieropositive (HIV, epatite B e C).


Non è standardizzata come esame routinario di screening di sofferenza fetale.


4. Pulsossimetria.

Metodo accettabile di monitoraggio fetale ante-partum.

Monitoraggio CTG e l'indice di liquido amniotico.

Pulsossimetria fetale

1. È necessaria una dilatazione cervicale di almeno 2-3 cm.


2. Valori normali vanno da 30-60%.


3. Valori tra 10-30% sono correlati con acidosi fetale ed è indicato confermare con microcitoma di sangue fetale.


3. Valori inferiori al 10% richiedono l'immediato termine della gravidanza mediante il parto.

Segni di acidosi nel feto (prelievo di sangue)

1. pH normale: 7,25-7,45.


2. pH pre-patologico: 7,20-7,25. Ripetete la prova in 15-30 minuti e si posizione a la paziente decubito laterale e si somministra ossigeno.


3. pH patologico: <7,20 è necessario il parto.

Monitoraggio CTG

1. FHR (frequenza cardiaca fetale). Normale tra 120-160 bpm. La bradicardia fetale (<120) ha una prognosi peggiore.


2. Variabilità. Variazione battito per battito.


3. Accelerazioni. Accelerazioni transitorie della FHT, di più di 15-20 bpm. Assenza in un CTG di oltre 40 minuti rappresenta un segno patologico.


4. Decelerazione. Sono diminuzioni della linea di base di oltre 15 bpm per più di 15-20 secondi.


Decelerazione precoci.


Decelerazione tradive.


Decelerazione variabili.

Variabilità, può essere:

1. Normale: 10-25.


2. Bassa 5-10. Può essere causata da sonno fetale, ipoglicemia fetale, farmaci depressori del SNC. È considerato pre-patologico.


3. Saltatoria: >25. Prognosi intermedia.


4. Silente: con variabilità <5 la prognosi è infausta perché la sua persistenza indica ipossia fetale.


5. Sinusoide: 2-5 ondulazioni al minuto con perdita della microfiltrazione; di solito indica una grave anemia fetale.

Effetti dei farmaci sul tetto: categorie

Categoria A: assenza di rischio di danno fetale dimostrato sull'uomo (acido folico).


Categoria B: ben tollerato negli studi su animali, ma non esistono studi sull'uomo (penicillina).


Categoria C: mancanza di studi adeguati in essere umani e animali (paroxetina, bunesonide ecc).


Categoria D: dismostrato rischio di danno fetale. In alcuni casi possono essere utilizzati se il rapporto rischio/beneficio lo consiglia (fenitoina).


Categoria X: i rischi sono così marcatamente superiori ai benefici che non dev'essere assunto durante la gravidanza (estradiolo)

Farmaci con effetti teratogeni: talidomide, tolbutamide e clorpropamide.

Malformazioni a livello di arti, orecchie ed intestino.

Farmaci con effetti teratogeni: streptomicina

Provoca lesioni dell'ottavo nevro cranico, micromielia, anomalie scheletriche.

Farmaci con effetti teratogeni: tetracicline

Inibizione della crescita delle ossa, discromie dentali, micromielia, sindattilia.

Farmaci con effetti teratogeni: iodio

Gozzo congenito, ipotiroidismo, ritardo mentale.

Farmaci con effetti teratogeni: clorochina

Lesioni retiniche o dell'ottavo nervo cranico.

Farmaci con effetti teratogeni: methotrexate

Anomalie congenite multiple.

Farmaci con effetti teratogeni: Anfetamine

Trasposizione dei grande vasi, palatoschisi.

Farmaci con effetti teratogeni: dietilstilbestrolo

Adenocarcinoma a cellule chiare dell'ovaio e della cervice, anomalie del tratto genitale per persistenza dei condotti mülleriani.

Farmaci con effetti teratogeni: etanolo

Sindrome alcolica del neonato.

Farmaci con effetti teratogeni: acenocumarolo e warfarin

Anomalie scheletriche e facciali, ritrado mentale.

Farmaci con effetti teratogeni: podofilino

Teratogeno anche per via topica.

Farmaci con effetti teratogeni: aminoglicosidi

Lesioni dell'ottavo nevro cranico.

Farmaci con effetti teratogeni: litio

Gozzo, anomalie oculari, palatoschisi.

Farmaci con effetti teratogeni: antitiroidei

Gozzo, ipotiroidismo, ritardo mentale.

Farmaci con effetti teratogeni: cottimossazolo (sulfamidici)

È associato a ittero neonatale, ittero nucleare.

Farmaci con effetti teratogeni: diuretici tiazidici

Teratogeni. Inoltre, i diuretici sono controindicati in gravidanza.

Farmaci con effetti teratogeni: ASA

La dose minima di 100mg/die è utilizzata per la prevenzione della preeclampsia e del IUGR. Non è utilizzata come analgesico.

Farmaci con effetti teratogeni: cloramfenicolo

Sindrome del bambino grigio.

Farmaci con effetti teratogeni: norfloxacina, pipemidico

L'errore più comune consiste nell'utilizzarlo per la cura di un'infezione urinaria in giovani donne, che possono essere inavvertitamente gravide. Danneggia la crescita cartilaginea.

Farmaci con effetti teratogeni: Anti-TB

L'isoniazide è il farmaco più sicuri per il feto, ma comporta un rischio di epatite materna. Viene usato come agente profilattico e come agente terapeutico con l'etambutolo (di cui non esistono prove di tossicità o teratogenicità). La rifampicina è teratogeno, ma è indicato per il trattamento la streptomicina produce danni all'ottavo nevro cranico del feto. La pirazinamide può alterare la coagulazione.

Farmaci con effetti teratogeni: ACE-inibitori (captopril)

Morte fetale e malformazioni. Non dev'essere somministrato durante la gravidanza.

Farmaci con effetti teratogeni: misoprostolo (prostaglandine)

Può causare aborti, favorendo le contrazioni.

Farmaci con effetti teratogeni: Difenilidantoina

Disturbi della coagulazione, fino al 30% dei feti esposti alla fenitoina hanno anomalie cranio-facciali e digitali, nonché un più basso QI.

Menopausa e climaterio: termini

1. Perimenopausa. Periodo di mesi o anni che precede la menopausa ed è spesso accompagnato da disturbi del ciclo sia in quantità sia in frequenza.


2. Menopausa. Cessazione delle menstruazioni.


3. Post-menopausa. Periodo che segue la menopausa. Appaiono le complicanze e i sintomi derivanti dalla carenza di estrogeni, che si manifesteranno lentamente e progressivamente.


4. Insufficienza ovari precoce. Si verifica in una donna sotto i 40 anni, temporanea o meno.

Menopausa: clinica

1. Vampate. Sono il sintomo più comune. Sensazione di calore intenso, associate con arrossamento della pelle e seguite da una forte sudorazione fredda.


2. Atrofia della mucosa genitale. Diventa più secca e sottile e può causare dolore durante il rapporto sessuale o un incremento delle infezioni urinarie o vaginali.


3. Cambiamenti della pelle. Sottile e secca, e prurito.


4. Sessualità. Diminuzione della libido.


5. Disturbi del sonno.


6. Sbalzi d'umore. Per cambiamenti nei livelli di estrogeni e l'umore.


7. Cambiamenti del corpo. Aumenta circonferenza vita, diminuisce la massa muscolare e aumenta il tessuto adiposo. Deficit della memoria e della concentrazione, la rigidità o dolore articolare e muscolare.


8. Osteporosi. Aumenta il rischio. Le donne perdono circa il 70% della massa ossea.

L'evento chiave della menopausa, la caduta degli estrogeni.

Fattori di rischio per l'osteoporosi

1. L'età


2. La razza nera.


3. Menarca e menopausa precoce.


4. L'ovariectomia precoce.


5. La magrezza.


6. Il basso apporti di calcio.


7. Tabacco e l'alcol.


8. Mancanza d'attività fisica


9. L'assunzione di steroidi per via orale e l'ipotiroidismo.

Cambiamento più precoce del climaterio

Aumento di FSH

In premenopausa è frequente la poliovulazione, per questo aumento.

Nelle donne in post-menopausa è caratteristica la diminuzione di...

Estradiolo

E con la assenza del feedback negativo.

Modificazioni endocrinologiche: premenopausa

↑ FSH (per ↓ inibina)


LH è normale o ↑


GnRH e gli estrogeni sono normali

Modificazioni endocrinologiche: post-menopausa

↓ estradiolo con ↑ FSH e LH


Estrone è l'estrogeno principale


Gli androgeni non cambiano

Diagnosi di menopausa

1. Si realizza dopo 1 anno di amenorrea, accompagnata da si drome climaterica.



2. Le determinazione ormonale per confermare la menopausa sono: FSH >40 mU/mL e estradiolo <20 pg/mL.

Trattamento menopausa: norme Generali

Fare attività fisica moderata, esporsi al sole, seguire una dieta ricca di prodotti lattiero-caseari (1-2 litri di latte/giorno) a basso contenuto di grassi, assumere poco sale, mangiare pesce e frutta in abbondanza, bere 2 litri di acqua/giorno, evitare l'assunzione di caffè, alcol e tabacco.

Terapia ormonale per la menopausa

1. L'estrogeni è la prima opzione terapeutica per i sintomi vasomotori associati alla menopausa.


2. Sintomi di vulva e l'atrofia vaginale associati alla menopausa dovrebbero essere utilizzati degli estrogeni topici.


3. Per la prevenzione dell'osteoporosi, gli estrogeni sono un agente di anti-riassorbimento efficace e possono diminuire il rischio di frattura dell'anca.

Rischi dea terapia ormonale con estrogeni (menopausa)

1. Cancro al seno. L'aumento del rischio è significativo a partire dal quinto anno di utilizzo, in particolare si tratta di una terapia estro-progestinica.


2. Carcinoma dell'endometrio. Terapia ormonale sostitutiva combinata non c'è un significativo aumento del rischio.


3. Cancro ovarico. (Controversiale) Non c'è rischio dopo 10 anni di terapia con soli estrogeni, me tre con i trattamenti combinati non c'è nessuna evidenza di rischio.


4. Cardiopatia ischemica o malattia coronarica. Assenza di benefici. Aumenti di infarti in terapia combinata.


5. Tromboembolia venosa. Il rischio è aumentato soprattutto nel primo anno di utilizzo.


6. Ictus. È stato dimostrato un aumento di rischio significativo.

Tipi di farmaci per la menopausa: Tibolone

1. Il tibolone è uno steroide sintetico che ha proprietà estrogeniche, gestagene ed androgeniche.


2. Utili nel trattamento della sindrome climaterica.


3. Vantaggi con la riduzione del rischio di Fratture vertebrali, cancro al seno e dell'endometrio.


4. Aumenta il rischio di ictus in donne sopra i 70 anni.

Tipi di farmaci per la menopausa: modulatori selettivi del recettore dell'estrogeni (SERM)

1. Utilizzati per la prevenzione dell'osteoporosi e il trattamento e prevenzione del cancro al seno.


2. Il Raloxifene ha effetti estrogeno-agonisti sul tessuto osseo.


3. Svantaggio infatti può causare sintomi vasomotori ed aumentare il rischio di tromboembolismo venoso.

Tipi di farmaci per la menopausa: fitoestrogeni

1. Sono sustanze NON ormonali che si legano ai recettori per gli estrogeni.


2. Una alternativa per le donne che non possono utilizzare la terapia ormonale e soffrono di sindrome climaterica.

Generalità della vagina

1. Il bacillo di Döderlein (lactobacillus acidophilus o lattobacillo) è responsabile dell'acidificazione dell'ambiente vaginale.


2. pH normale è acido in età fertile (pH 4).


3. Nei gironi periovulatori nelle donne in età fertile, in fase puberale e in fase post-menopausale, il pH aumenta, permettendo la genesi di infezioni vaginali.

L'infezione della ghiandola del Bartolino (o Bartolini)

1. Inizialmente si può praticare un trattamento medico con fluorochinolonici o cefalosporine con metronidazolo.


2. Spesso richiede un trattamento chirurgico, che può essere costituito dalla marsupializzazione della ghiandola o semplice drenaggio.


3. L'asportazione completa della ghiandola dovrebbe essere praticata in caso di recidive multiple.

Vulvo-vaginiti: infezioni più frequenti

1. Gardnerella vaginalis (40-50%). Il più comune, spesso asintomatica, meno diagnosticata.


2. Candida. La più sintomatica, quindi la più diagnosticata.


3. Trichomonas vaginalis. È considerata una malattia a trasmissione sessuale.

Gardnerella vaginalis

1. Asintomatica in circa il 50-70%.


2. Colore bianco-grigiastro e talvolta maleodoranti con odore di "pesce marcio".


3. Non si associa nessun segno di infiammazione e edema a parte un eritema vulvare.


4. Non è un'infezione a trasmissione sessuale.


5. Nelle donne no gravide può provocare un'aumento del rischio di malattia infiammatoria pelvica ed altre infezioni (sessuali in particolare).

Gardnerella vaginalis: diagnosi

1. Il pH vaginale è maggiore di 4,5.


2. Test alle amine positivo. Si usa una goccia di idrossido di potassio al 10% in un vetrino con un campione di perdite vaginali e porta alla comparsa di cattivo odore.


3. Colorazione di Gram. Presenza di clue cells (fissaggio coccobacilli sulla superficie delle cellule vaginali).

Gardnerella vaginalis: trattamento

Prima scelta


- Metronidazolo vaginale per 5 giorni.


-Clindamicina gel per 7 giorni.


- Metronidazolo per os per 7 giorni.



Seconda scelta


- Singola dose di metronidazolo orale.


- Clindamicina orale per 7 giorni.


- Ovuli di clindamicina per 3 giorni.

È indicato il trattamento nelle donne sintomatiche. Non è necessario trattare la coppia, ma solo in casi di recidiva.

Vaginitis per gardnerella vaginalis in gravidanza può essere associata a:

Parto pretermine


Rottura delle membrane


Endometrite post-partum o post-aborto

Candidosi

1. Causata da Candida albicans.


2. I sintomi principali sono il prurito ed il bruciore alla vulva e/o vagina.


3. Leucorrea con consistenza bianca e pastosa (simile allo yogurt).


4. Possibile che si associ fastidio all'urinare o durante i rapporti sessuali.


5. Arrossamento della vulva.


6. Provoca una vaginite sintomatica.

Fattori predisponenti a Candidosi

1. Alti livelli di estrogeni (gravidanza, contraccettivi orali).


2. Diabete


3. Corticosteroidi


4. Antibiotici ad ampio espettro

I pazienti con HIV hanno candidosi vaginali più gravi e ricorrenti.

Candidosi: diagnosi

1. Il pH vaginale normalmente rimane stabile (tra 4-5).


2. Tampone a fresco: presenza di spore e ife.


3. Coltura vaginale è il metodo più sensibile e specifico (terreno di coltura Sabouraud).

Candidosi: trattamento

Composti azolici sono di scelta.



Vaginale: clotrimazolo (di scelta in gravidanza), miconazolo, ketoconazolo, fenticonazolo e sertaconazolo.


Orale: itraconazolo, fluconazolo e ketoconazolo.

Tricomoniasi

1. Infezioni a trasmissione sessuale non virale molto diffusa.


2. Causata da un protozoo anaerobico.


3. Può essere associata ad altri organismi come il Gonococco e la Clamidia.


4. Presenta intenso prurito vulvare, bruciore e aumento delle secrezioni vaginali.


5. Secrezione vaginale di colore giallo-grigio, schiumosa e maleodorante.


6. Vagina eritematosa con punti rossi (piccoli emorragie subepiteliali) sulla vagina e sulla cervice.

Tricomoniasi: diagnosi

1. Il pH vaginale di soliti è superiore a 4,5.


2. Tampone a fresco: si visualizza il protozoi e la sua motilità.


3. Coltura vaginale: è il metodo definitivo per la diagnosi poiché risulta positiva nel 95% dei casi.

Tricomoniasi: trattamento

Di scelta è il metronidazolo.



Importante prescrive sistematicamente un trattamento per il partner per prevenire le recidive. L'alcolo deve essere evitato per l'effetto antabuse.

Tipi di papilloma virus ad alto rischio (HPV-AR)

16, 18


31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73, 82.

Tipi di papillomavirus ad basso rischio (HPV-BR)

6, 11


40, 42, 43, 44, 54, 61, 70, 72, 81.

Infezione da papillomavirus

1. Si tratta di una Papoviridae, un virus DNA.


2. È prodotto da microtraumi dovuti al rapporto sessuale con una persona infetta, dal canale del parto.


3. Periodo di incubazione compreso tra 2 e 3 mesi (in media da 1 a 8 mesi).

Fattori che favoriscono l'infezione di papillomavirus

1. Promiscuità sessuale.


2. L'immunosoppressione (chemioterapia, HIV, ecc)


3. Corticosteroidi


4. La gravidanza


5. Tabacco da sniffo.

Il riscontro di HPV-AR è utile nei seguenti casi:

1. Prevenzione secondaria in combinazione con la citologia o come singolo test per l'individuazione di lesioni precancerose del cancro cervicale.


2. Selezione delle donne con PAP-test con alterazioni minori che necessitano di rivalutazione ed eventuale trattamento.


3. Prova di monitoraggio in donne trattate per una lesione squamosa intraepiteliale (SIL) di alto grado, al fine di prevedere le probabilità di guarigione o di recidiva.

Papillomavirus: clinica

Infezione latente: DNA virale positivo, senza alcun tipo di lesione.


Infezione subclinica: lesioni colposcopiche acetobianche (leucoplachia) e displasia.


Infezione clinica: verruche o verruche genitali sono le lesioni più comuni dei genitali esterni. Lesioni esofitiche vulvari e perianali, pruriginose, di consistenza morbida e di colore grigio o rosa. I genotipo più comunemente implicati sono HPV-6 e HPV-11.

Papillomavirus: diagnosi

1. Ad un semplice esame visivo si osservano lesioni tipiche: i condilomi.


2. Con la colposcopia si osservano aree di leucoplachia dopo l'applicazione di acido acetico.


3. Studio virologico in sezioni di tessuto (PCR o ibridazione in situ) o strisci citologici (PCR, ibridazione in situ).

Papillomavirus: trattamento

Trattamento medico.


1. L'acido tricloroacetico a concentrazioni dell'85% con un'applicazione settimanale.


2. Podofillotossina 0,5%, tre applicazioni alla settimana per 6 settimane. Remissioni: 70%.


4. Imiquimod 5%: tre applicazioni alla settimana fino a 16 settimane. Remissioni: 60-70%.


5. 5-fluorouracile.



Trattamento chirurgico


Rimozione chirurgica, diatermocoagulazione, crioterapia, laser CO².

Papillomavirus: profilassi

Esistono tre vaccini in commercio (nonavalente, bivalente e tetravalente)


Gardasil 9: ha attività contro i ceppi 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, e 58.


Gardasil: quattro tipi: 16, 18, 6, 11.


Cervarix: bivalente contro gli HOV 16 e 18.



Tutti sono efficaci nel prevenire il CIN II-III e nel prevenire il carcino in situ e lesioni genitali esterne come il VIN.

Malattia infiammatoria pelvica (PID)

1. È un'infezione batterica ascendente dal tratto genitale inferiore.


2. Zone affette son utero, tube e ovaie.

Microrganismi più frequenti nella malattia infiammatoria pelvica

Chlamydia trachomatis


Neisseria Gonorrhoeae

Microrganismo di causa più comune di malattia infiammatoria pelvica nei pazienti portatori di IUD

Actinomyces Israelii

Fattori che diminuiscono il rischio di PID

Contraccettivi orali

Fattori predisponenti a malattia infiammatoria pelvica (PID)

1. Malattie a trasmissione sessuale. Il fattore di rischio più importante.


2. IUD. Le portatrici hanno un'incidenza tra 2 e 9 volte più alta di PID perché loIUD favorisce la risalita dei batteri.


3. Donne giovani. (15-39).

Malattia infiammatoria pelvica: clinica

1. Dolore addominale è il sintoma più comune, che di solito è bilaterale e associato a leucorrea.


2. Ci può essere disuria causata da un'uretrite, vomito, indicano un'infiammazione peritoneale ed una condizione clinica più grave.

Malattia infiammatoria pelvica (PID): diagnosi

1. Essenzialmente clinica.


2. Ci sono criteri Maggiori e minori ma non sono sensibili né molto specifici.


3. L'ecografia transvaginale è particolarmente utile nel determinare se vi sia liquido nelle tube o nella cavità peritoneale, o la presenza di un ascesso tubo-ovarico.


4. La laparoscopia è il metodo diganostico più sicuro, anche se non è di prima scelta, essendo più costosi e complesso.

Malattia infiammatoria pelvica: trattamento medico

Il trattamento ideale è la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale.


1. Trattamento ambulatoriale.


Ceftriaxone i.m (contro gonorrea) e 14 giorni di doxiciclina per os (Chlamydia). Si può aggiungere metronidazolo orale se c'è il sospetto di Trichomonas o un'altro batterio anaerobio. È indicato il ricovero se non si evidenza nessuna risposta dopo 48 ore.


2. Cure ospedaliere.


Doxiciclina e.v e cefotaxina e.v con switch a doxiciclina orale per non più di 14 giorni.



C'è un'altro schema alternativo....

Il trattamento medico è di prima scelta.

Schema farmacologico contro anaerobi e bacilli gram-negativi pertanto è di prima scelta in casi di PID associata a IUD.

Clindamicina e.v. con gentamicia e.v.

Malattia infiammatoria pelvica: sequele

1. Dolore oervico cronico.


2. Sterilità di origine tubarica.


3. Rischio di gravidanza ectopica.


4. Recidive.

Sindrome di Netter

L'occlusione della cavità uterina come sequela dell'endometrite tubercolare.

La corretta diagnosi di tubercolosi genitale si realizza con...

Biopsia endometriale (con cannula di Cornier).

L'esame diagnostico di scelta è l'osservazione di granulomi a cellule giganti e necrosi caseosa.

Nella tubercolosi genitale, l'esame diretto delle tube di Falloppio offre una immagine a....

Borsa di tabacco, con le estremità distali svasate.

Tubercolosi genitale: trattamento

Trattamento medico.


Isoniazide + rifampicina per 6 mesi, aggiungendo etambutolo per i primi 2 mesi (o pirazinamide).



Trattamento chirurgico.


Donne con masse pelviche persistenti, organismi resistenti e con colture positive.

Malattia infiammatoria pelvica: trattamento chirurgico

Riservata principalmente per la risoluzione dell'ascesso tubo-ovarico o pelvico.

Neoplasia Vulvare

1. Incidenza maggiore si ha nella decade 65-75 anni.


2. Ci sono due tipi: tipo I è più frequente in donne giovani, ha minor rischio di invasività, si diagnostica in uno stadio meno avanzato e ha buona prognosi.


Tipo II. Colpisce a donne anziane, si diagnostica in stadi avanzati e ha prognosi peggiore.

Neoplasia Vulvare: Fattori di rischio

1. Fumo


2. Immunosoppressori


3. Il cancro al collo dell'utero


4. Lesioni preneoplastiche vulvari VIN


5. Infezione da HPV


6. Distrofia vulvare con atipia

Neoplasia Vulvare: sintomo principale

Il prurito vulvare di lunga durata.


La localizzazione più comune sono le grandi labbra.

Donna anziana con prurito si deve sospettare

Neoplasia Vulvare

Neoplasia Vulvare: diagnosi

La diagnosi di scelta è la biopsia.


Può risultare utile anche il test di Collins (applicazione di Blu di toluidina e successivamente lavaggio con acido acetico).

Neoplasia Vulvare: trattamento

1. Il trattamento principale è la chirurgia, integrato con radioterapia esterna.


2. In tumori di piccole dimensioni (<2 cm) si esegue escissione locale radicale, associando linfadenectomia se invade lo stroma >1mm.


3. Nei tumori più grandi si realizzerà una vulvectomia radicale e una linfadenectomia bilaterale.

Fibroma

1. Tumore benigno estrogeno-dipendente composto principalmente da fibre muscolari.


2. È il tumore benigno più comune nelle donne, maggiore nella razza nera.


3. Il picco di incidenza è tra i 35 e 54 anni.


4. Solitamente si diagnosticano fibromi multipli.

Fibroma: Fattori di rischio

1. Il menarca precoce


2. La nuliparità


3. L'etnia africana


4. L'obesità


5. La polimenorrea


6. L'ipertensione arteriosa


7. Il diabete

Fibroma: classificazione

1. Sortosierosi. Situati al di sotto del peritoneo viscerale uterino. Non sono molto sintomatici. Modificano la morfologia uterina. Possono essere peduncolati.


2. Intramurali. Sono i più comuni (55%) e proliferano nella porzione centrale del miometrio.


3. Sottomucosi. Sporgono nella cavità uterina e sono i più sintomatici.

Fibromi: degenerazioni

1. Ialina. La più frequente (65%). Si verifica soprattutto nei fibromi sortosierosi.


2. Cistica. (4%) il tessuto ialino si liquefa e forma cavità cistiche.


3. Calcifica. È più comune nelle donne in menopausa, com'è l'atrofia fibromatosa.


4. Rossa. È degenerazione per necrosi che si verifica quando il fiboma cresce molto in poco tempo, causando un'infarto muscolare acuto, dolore e irritazione peritoneale. Più comune nella gravidanza.


5. Maligna o sarcomatosa. Rara.

La degenerazione rossa dei fibromi è comune nei pazienti in....

Gravidanza

Fibromi: clinica

1. Sanguinamento uterino. Il sintomo più comune. Soprattutto sottomucosi ed intramurali possono causare metrorragia causando aumento della quantità e durata del periodo (menorragia). È raro l'insaguinamento irregolare intermenstruale.


2. Dolore. Può essere cronico e persistente, con sensazione di pesantezza o acuto, causato da una torsione acuta di un fibroma peduncolato.


3. Sintomi di compressione. Di organi vicini come la vescica, del retto, gli ureteri e dell'intestino.


4. Anemia. Spesso anemia microcitica secondaria all'ipermenorrea.

Il saguinamento uterino più forte è causato da un tipo di fibroma

Fibromi sottomucosi

Gravidanza e fibromi

1. Infertilità. Possono impedire la fecondazione o l'impianto. Aumentano il rischio d'aborto.


2. Crescita. Crescono durante la gravidanza e dopo il parto ritornano alle dimensioni originali.


3. Degenerazione rossa. Si verifica solo durante la gravidanza a causa della crescita rapida.


4. Parto. Aumentano l'incidenza di parto pretermine, di abruptio placentae, di presentazione anomala del feto (trasversale e podalica), dolore, distrofia dinamica e di ritenzione di placenta.

Quando il fibroma si localizza in una posizione bassa, il fibroma può impedire il parto vaginale ed è indicato un taglio cesareo. Questo fibroma come si chiamato....

Fibroma praevio.

Quando una paziente che subito una resezione del fibroma ha un rischio aumentato di...

Placenta previa o di rottura uterina

Ha indicazione assoluta al taglio cesareo.

Fibromi: diagnosi

1. Anamnesi ed esame obiettivo. Attraverso l'esplorazione vaginale bimanuale. I fibromi sortosierosi sono i più accessibilo all'esplorazione.


2. Ecografia. È il metodo più utile. L'aspetto è ovalare, con margini netti variabile da ipo/iperecogena, dovuta alla quantità della componente muscolare liscia o connettivale, con vascolarizzazione doppler circonferenziale.


3. Isteroscopia. Utilizzati per la diagnosi e trattamento dei fribromi sottomucosi.

Si fa RM soprattutto se si pensa all'embolizzazione come possibile trattamento.

Gradi nella isteroscopia (fibromi)

Grado 0. Mioma con totale sviluppo all'interno della cavità uterina, peduncolato o con base di impianto limitata.


Grado 1. Mioma con parziale sviluppo intramurale. Componente endocavitaria del mioma >50%.


Grado 2. Mioma con prevalente sviluppo intramurale. Componente endocavitaria del mioma < 50%>

Fibromi: trattamento #1

1. Attesa. Piccoli e asintomatici si fa consulenze specialistiche periodiche. Lo stesso per i fibromi durante la gravidanza.


2. Trattamento chirurgico. La chirurgia conservativa (miomectomia) in fibromi sintomatici e/odi grandi dimensioni, in donne giovani con desiderio di prole (questo è discusso con la paziente).


La miomectomia può essere laparoscopica, laparotomica o isteroscopica in caso di fibromi sottomucosi.

Fibromi: trattamento #2

3. Embolizzazione. Non ancora molto diffusa, alla miomectomia per fibromi sintomatici, non peduncolato, altamente vascolarizzati (soprattutto intramurali) o fibromi ricorrenti già sottoposti a chirurgia.


4. Trattamento medico. Analoghi del GnRH che diminuiscono il volume e la vascolarizzazione dei fibromi. Gli effetti benefici sono temporanei. L'uso nel preoperatorio è un vantaggio perché riduce il sanguinamento intraoperatorio.

Altri trattamenti sono sintomatici: FANS e antifibrinolitici quali acido tranexamico per diminuire l'entità del sanguinamento, ferro per l'anemia ed analgesici.

Polipi endometriali

1. Sono neoformazioni benign dell'endometrio.


2. Sono la causa più frequente di metrorragia in menopausa.

Polipi endometriali: clinica

1. Più frequente tra i 30-60 anni.


2. Il sanguinamento che va dallo spotting alla metrorragia franca.


3. Raramente sono dolorosi.

Polipi endometriali: diagnosi

La diagnosi definitiva è anatomopatologica.


Anche se l'ecografia transvaginale o l'isteroscopia possono fornire un sospetto clinico.

Polipi endometriali

Si presentano come formazioni iperecogene ovalari di varie dimensioni a margini netti.


Possono presentare aree anecogene interne (ectasie cistiche ghiandolari).



L'ecografia transvaginale può aumentare l'accuratezza diagnostica previa istillazione di soluzione fisiologica sterile nella cavità uterina. (Sonoisterosalpingografia), usata come mezzo di contrasto. Viene utilizzato un catetere in silicone sterile.

L'isteroscopia è la tecnica d'elezione per la diagnosi della patologia endometriale e permette la diagnosi istologica con biopsie mirate.

Polipi endometriali: trattamento

1. Rimozione chirurgica tramite isteroscopia ed esecuzione dell'esame istologico per escludere malignità.


2. I polipi uterini, sia sintomatici sia asintomatici, dovrebbero essere sempre asportati a causa del rischio neoplasico, seppur molto basso.

Iperplasia endometriale

Proliferazione dell'endometrio per azione degli estrogeni senza l'effetto compensatore del progesterone. Si verifica fondamentalmente in donne con cicli anovulatori.

Iperplasia endometriale: fattori di rischio dell'adenocarcinoma endometriale

1. Obesità


2. Diabete


3. Ipertensione


4. Anovulazione


5. Somministrazione di estrogeni non compensata dal progesterone.

Iperplasia endometriale: diagnosi

È anatomopatologica



Si sospetta una patologia endometriale per la clinica (sanguinamento, perimenopausa o post-menopausa)

Iperplasia endometriale all'ecografia si vede

Spessore endometriale ≥5mm in post-menopausa

Nella diagnosi d'iperplasia endometriale è obbligatorio.....

Lo studio istologico

Il metodo diagnostico di scelta dell'iperplasia endometriale

L'isteroscopia con biopsia.

Altri metodi utili per la diagnosi d'iperplasia endometriale

Raschiamento frazionato o con cannula flessibile tipo Cornier o Pipelle.

Iperplasia endometriale: anatomia patologica

1. Iperplasia semplice. Iperplasia semplice con alterazioni nell'architettura della ghiandola che può mostrare cisti (endometrio con aspetto di formaggio svizzero).


2. Iperplasia complessa. Vi è un aumento del numero e delle dimensioni delle ghiandole con scarsità di stroma.


3. Iperplasia semplice con atipie. Un'iperplasia semplice a cui si associano atipie cellulari.


4. Iperplasia complessa con atipie. Associazione di atipie cellulari e nucleari alle lesioni di iperplasia complessa descritte precedentemente.


5. Potenziale evolutivo.

Iperplasia endometriale: trattamento

Iperplasia con atipie: Il trattamento di scelta è l'isterectomia per il rischio di degenerazione maligna.


Iperplasia senza atipie:


- donne in età fertile con desiderio di prole: indurre l'ovulazione o valutare eventuali cause di iperestrogenismo.


- donne in età fertile senza desiderio di gravidanza. Progestinici, IUD-levonogestrel, trattamento combinato di estrogeni-progestinici, danazolo, analoghi del GhRH.


- donne in peri- e post-menopausa. È possibile utilizzare un progestinico per 3 mesi o direttamente il trattamento chirurgico (ablazione endometriale o isterectomia).

Associati a malattia trofoblastica gestazionale

Ipertiroidismo


Ipertensione


Iperemesi


Anemia

Prova

Non è necessario per il trattamento dell'aborto spontaneo

Terapia profilattica con terapia antibiotica

Prova

Per la sospetta di placenta previa nel terzo trimestre

Tutta l'emorragia del terzo trimestre è una placenta previa fino a prova contraria.

Gravidanza gemellare: classificazione

1. Monozigotica. Proviene da un uovo che si divide dopo essere stato fecondato da un solo spermatozoo; quindi i gemelli hanno stesso genotipo e sesso.



2. Dizigotica. Sono gemelli che provengono dalla fecondazione di due ovuli separati da due spermatozoi. Hanno genotipi diversi e possono avere sesso uguale o diverso. Sono sempre biamniotici bicoriali.

Gravidanza gemellare: classificazione monozigotica

1. Bicoriale biamniotica. Con due placente e due sacchi amniotici. Ciò si verifica quando la divisione avviene nei primi 4 giorni dopo la fecondazione, quando l'embrione è in fase di morula.


2. Monocoriale biamniotica. È la più comune (65%). La divisione avviene tra 4 e 8 giorni dopo la fecondazione, in fase di blastula.


3. Monocoriale monoamniotica. La divisione avviene dopo gli 8 giorni dopo la fecondazione quando l'embrione è in fase di blastocisti.


4. Gemelli siamesi o congiunti. La divisione avviene dopo 13 giorni o più.

La gestazione gemellare più comune

Monocoriale biamniotica (monozigotica)

Nel libro dice che le gravidanze dizigoti siano più frequenti che le monozigoti.

Gravidanza gemellare: fattori eziologici

1. La frequenza aumenta con:


2. L'età materna


3. La parità


4. L'interruzione recente dei contraccettivi orali


5. Trattamenti che inducono l'ovulazione nelle coppie infertili.

Patologia associata alla gravidanza gemellare

Una gravidanza gemellare è una gravidanza ad alto rischio, con un'alta probabilità di complicanzioni.


1. Rischio aumentato d'aborto. Soprattutto nei gemelli monozigoti. Talvolta si interrompe una delle due gravidanze, se l'interruzione avviene più tradivamente, il feto subisce un processo chiamato di mummificazione e si chiama feto papiraceo.


2. Iperplacentosi e aumento della secrezione ormonale. B-HCG↑ produce iperemesi gravidica e iperclampsia (può sorgere prima della ventesima settimana).


3. Ipertensione indotta dalla gravidanza. Si presenta senza proteinuria a differenza della preclampsia.


4. Rottura prematura delle membrane.


5. La crescita discordante dei gemelli.


6. Malformazioni congenite.


7. Appare spesso patologia del cordone.


8. Distacco prematuro della placenta.

Gravidanza gemellare: crescita discordante dei gemelli

1. Colpisce il 30% delle gravidanze gemellari.


2. Più comuni nei gemelli monozigoti.


3. Una delle cause principali è la Sindrome di trasfusione TTTS. (Gemelli monozigoti).


4. Soprattutto lo sviluppo artero-venose, che danno luogo a un feto trasfuso e uno trasfusore.


5. Il feto trasfuso può raggiungere uno stato di policitemia capace di innescare un'insufficienza cardiaca da alta gittata, e sviluppare una differenza di peso e polidramnios.


6. Il feto trasfusore svilupperà anemia, IUGR e oligodramnios.

Le anastomosi vascolari possono essere eliminate con la coagulazione laser.

Quando il sistema circolatorio del feto trasfuso predomina sul feto trasfusore, si può arrivare alla situazione che quest'ultimo diventi un....

Feto acardico

Complicazioni dei gemelli monozigoti e processo a consigliare per quanto riguarda la condotta ostetrica

1. Prolasso di cordone


2. Rottura delle membrane


3. Collisione dei due gemelli nel canale del parto


4. Incrocio de cordoni


Ecc.



È consigliato il taglio cesareo elettivo

Gravidanza gemellare monoamniotici, via del parto.

Cesareo a 32-34 settimane.

Gemelli biamniotici sotto le 32 settimane o con un peso previsti inferiore a 1500ga condotta ostetrica è

Se entrambi i gemelli sono in posizione cefalica → parto vaginale.



Se uno o entrambi i gemelli sono in posizione podalica → taglio cesareo elettivo.

Nella gravidanza gemellare biamniotici oltre le 32 settimane o con un peso stimato di più di 1500g (parte #1)

Parto vaginale se il primo gemello è in presentazione cefalica.



No cefalico sarà necessario il taglio cesareo.

Nella gravidanza gemellare biamniotici oltre le 32 settimane o con un peso stimato di più di 1500g

1° cefalico -2° cefalico → parto vaginale


1° cefalico - 2° podalico→ parto vaginale


1° cefalico - 2° trasverso → parto vaginale il secondo può ruotare spontaneamente. Alcuni preferiscono il Cesareo elettivo.


1° podalico o trasvers→ taglio cesareo, a prescindere della statica del 2° gemello.

Iperemesi gravidica

Consiste nella comparsa di vomito continuo ed intenso in gravidanza che ne impedisce una corretta alimentazione, provocando disidratazione e alterazioni metaboliche più o meno gravi.

Iperemesi gravidica: trattamento

1. Ricovero ospedaliero e riposo.


2. Ripristino elettrolitico. Si realizza via e.v


3. Piridossina (vit B⁶). Efficace nel ridurre la gravità della nausea.


4. Dossilamina. È un antistaminico che riduce la frequenza della nausea all'inizio della gravidanza, ma causa sonnolenza.


5. Metoclopramide. È riservata ai casi refrattari con vomito persistente.

Ittero ricorrente della gravidanza o colestasi gravidanza.

Causata da un'alterazione nell'escrezione degli acidi biliari che si osserva in alcune donne in gravidanza o che assumono contraccettivi orali, probabilmente dovuto ad una maggiore suscettibilità agli estrogeni e progestinici. I livelli di questi ultimi non è elevato.

Ittero ricorrente della gravidanza o colestasi gravidanza: clinica.

1. Prurito generalizzato. È il primo sintomo di colestasi intraepatica gestazionale. Compare nella seconda metà della gravidanza e aumenta con il progredire della stessa.


2. Coluria. (60% dei casi).


3. Ittero. Nei casi più gravi (10-20%), in assenza di altri sintomi epatici o gastrointestinali.



- Un aumento dell'isoforma epatica della fosfatasi alcalina e del colesterolo, aumenta la bilirubina (fino a 6 mg/dL), c'è un leggero aumento degli acidi biliari nel siero e transaminasi relativamente normali o alte, con gammaGT nor.ale o alta.

Ittero ricorrente della gravidanza o colestasi gravidanza: trattamento

1. Somministrazione di acido ursodesossicolico e colestiramina per alleviare il prurito.


2. Integrazione di vitamina K, se c'è prolungamento del tempo di protrombina.


3. Anche antistaminici e desametasone sono utili.


4. Eseguire monitoraggio fetale periodico ed indurre il parto quando è stata raggiunta la maturità fetale.

Ittero ricorrente della gravidanza o colestasi gravidanza: prognosi

La prognosi materna è favorevole, ma il feto può essere compromesso (mortalità 5%).


Scompare dopo il parto, ma ricorre in ogni gravidanza.


Non evolve in steatosi epatica acuta gravidica.

Steatosi epatica acuta gravidica

1. Complicanza rara


2. Rischio di mortalità materna e fetale


3. Compare tardivamente (dopo le 35 settimane)


4. Rischio di recidiva è molto basso.


5. Nausea, vomito, dolore addominale, anoressia e ittero.


6. Prurito è molto raro.


7. La metà dei casi presenta febbre, ipertensione, proteinuria ed edema.

Steatosi epatica acuta gravidica: diagnosi

Livelli di transaminasi e bilirubina elevati. Nei casi più gravi, una diminuzione del tempo di protrombina e del fibrinogeno.

Steatosi epatica acuta gravidica: trattamento

1. Scompare rapidamente verso la fine della gestazione, ma non si cura mai prima del parto.


2. Per questo motivo, l'interruzione della gravidanza è finora l'unico approccio valido che ha migliorato notevolmente la prognosi della malattia.

Epilessia e gravidanza

1. L'epilessia non controindica la gravidanza.


2. Due a tre volte maggiore di morte fetale, prematurità e difetti cardiaci.


3. Si consiglia prescrivere 2 settimane prima della data prevista di parto, acido folico 5mg/die e vitamina K 20mg/die e 1mg per via intramuscolare al neonato al momento della nascita.


4. Si consiglia non modificare la terapia antiepilettica. Si raccomanda la monoterapia con la dose più bassa possibile.

Epilessia e gravidanza: farmaci controindicati

La carbamazepina e l'acido valproico aumentano il rischio di difetti del tubo neurale e la fenitoina produce la sindrome dell'idantoina fetale.

Epilessia e gravidanza: unico farmaco che non è associato ad anomalie congenite

Lamotrigina

Dermatosi della gravidanza: di alto rischio fetale

1. Dermatite Autoimmune da progesterone. Lesioni cutanee pustolose, raggruppate. Si evidenziano inoltre eosinofilia e sensibilità nel test cutaneo al progesterone.


2. Dermatite papulare della gravidanza. Papule pruriginose, eritematoso e disseminate e le pre-esistenti si scuriscono e guariscono in 7-10 giorni, lasciando un'iperpigmentasione residua. Tutto cessa dopo il parto. Il prednisone, 50mg/die, migliora la prognosi.

Iperpigmentazione della pelle nella gravidanza

1. La distensione può causare smagliature (estrias).


2. La linea mediana addominale può essere iperpigmentata.


3. Presenza nel volto di cloasma



Scompaiono dopo il parto.

Isoimmunizzazione Rh

1. Quando la madre è Rh (-) e il padre Rh (+), il problema si verifica se il feto è Rh (+).


2. Gli anticorpi fundamentalmente l'antigene D.


3. Nel 25% dei casi, si presenterà con la forma più grave (idrope fetale).


4. Per questo bisogna eseguire in tutte le gestanti la determinazione del gruppo ABO, Rh e test di Coombs indiretto alla prima visita.

Isoimmunizzazione Rh: profilassi

1. Si deve somministrare Il anti D in gestanti Rh (-) con test di Coombs indiretto negativo se il partner è Rh (+) o sconosciuto nella 28ª settimana di gestazione e successivamente.


2. Se il fetto è Rh (+), una nuova dose entro le prime 72 ore dopo il parto.


3. È controindicata la profilassi nelle donne con anticorpi positivi. Si dovrebbe somministrare una dose di IgG anti-D in seguito ad un aborto (spontaneo o volontario), gravidanza ectopica, nella biopsia dei villi coriali o nell'amniocentesi, funicolocentesi e versione cefalica esterna.

Isoimmunizzazione Rh: trattamento

Sono la cordocentesi (o funicolocentesi) con trasfusione intrauterina o plasmaferesi, e somministrazione di alte dosi di immunoglobulina.



Nel neonato il trattamento consisterà nella fototerapia, in combinazione o meno con l'exsanguinotrasfusione.